Sono passata casualmente alla fabbrica del buono, innanzitutto si trova in un centro commerciale terribile, quindi posizione orrenda. Il personale è gentile ma purtroppo ho visto con i miei occhi non rispettano le norme igieniche, davanti ai clienti dovrebbero utilizzare le pinze per servire focacce, croissant torte e pane. Sono rimasta molto delusa. Spero leggano la recensione e riflettano. Preciso viaggio per il mondo e non mi è mai successo ciò nemmeno nei luoghi più remoti. Inoltre la focaccia troppo unta e la croissant avrebbe dovuto essere alla crema ma era quasi introvabile!
Pare molto scontato dire Nomen Omen per La Fabbrica del Buono. Eppure quest'avamposto di bontà, alle porte del centro storico di Verdello, lungo una provinciale trafficata, si merita questa definizione. Che si arrivi da Bergamo o dalla Bassa più bassa, nel punto in cui si scorge l'insegna del Carrefour, ci si affaccia anche su un piazzale che funge da parcheggio per il supermercato e per la manciata di attività che lo circondano: eccoci a La Fabbrica del Buono. Grandi vetrate, un paio di tavolini fuori e un bello spazio interno, in un locale che alterna tavolini, mensole con libri, un tavolo lungo attaccato alla vetrata che dà sullo spiazzo che, visto dall'esterno, pare uno di quegli scorci che trovi tante volte nelle grandi città, dove ci si apposta dietro al vetro sorseggiando un caffè e sgranocchiando qualcosa, mentre in mezzo a mille pensieri si guarda la vita scorrere. Il lungo bancone in sala è la linea di demarcazione tra clienti e staff: ti avvicini per ordinare, rimani incantato dai magnifici prodotti profumati e caldi, ordinati a muro nelle ceste e che ti sfilano sotto gli occhi dal vetro del banco. Butti gli occhi oltre e vedi uno sciamare operoso di panificatori intenti a creare pane, pizza, dolci, di qualsiasi foggia e tipologia: molti ragazzi e ragazze che si scambiano sorrisi, sbirciando l'andamento della giornata, in una cornice che richiama le imponenti strutture delle fabbriche. Qui l'ampiezza è data dai soffitti e dagli ampi spazi di manovra, come essere in uno spazioso loft di città: poi ti guardi intorno e vedi una clientela meticcia che va dal ragazzino all'ultracentenario, da chi passa velocemente a chi si intrattiene per chiacchiere tra amici, da chi sfoglia uno dei libri delle mensole, a chi se ne sta in disparte, grato di non dovere dare spiegazioni e di potersene stare tranquillo per i fatti suoi. Caffè e Cappuccino da manuale, con una cremosità unica, fino in fondo alla tazza. I croissant e i dolcetti che ho avuto la fortuna di mangiare sono realmente freschi e fatti ad arte (intuisco lo siano anche il pane e la pizza che ancora non ho avuto occasione di assaggiare, ma è solo una questione di tempo). L'atmosfera è realmente deliziosa: si sa che un luogo è fatto da chi ci lavora, e qui l'intero staff è davvero in gamba. Ogni singola persona riesce a spiccare per gentilezza, professionalità ed accuratezza: nessuno riesce a perdere mai quell'affabilità e quel saperci fare con il cliente, tanto da non sentirsi un semplice avventore, ma un amico che passa di là. La proprietaria ha una rara capacità comunicativa, e pure lei sa di buono mentre ti parla di cose semplici ma che paiono narrate da qualche pagina di un libro delizioso. Sa abitare nel suo locale, che fa diventare un po' la casa di tutti: è dolce, eppure rigorosa nel tenere tutto insieme senza farsi sopraffare, ha buon mestiere, ha buon sentire. La Fabbrica del Buono non crea soltanto prodotti buoni, ma diffonde il buono come quell'odore di pane appena sfornato che ti entra nelle narici e raggiunge cuore e cervello mettendoti di ottimo umore. I posti buoni sono sempre più difficili da trovare, e riuscire a scorgervi anche persone in gamba che sfoggiano sempre un bel sorriso e un'estrema gentilezza, beh, questo ne fa un luogo che bisogna conoscere. Perché di Buono non ce n'è mai abbastanza.