Krèsios

Carpe diem – la cucina italiana ti sta aspettando. I cuochi qui preparano curatissimi foie gras, coda di rospo e misir. Gli ottimi dolcetti e gelato potrebbero farti una ottima impressione. Difficilmente ti scorderai dei deliziosi champagne, sherry secco o cordiale che puoi bere qui. Questo posto è noto per i fantastici limonata o caffè.

L'atmosfera ospitale del ristorante Krèsios dipende in larga misura dal personale, che qui è davvero paziente. Il piacevole servizio ti metterà a tuo agio. In questo ristorante, gli ospiti possono godere di un ambiente silenzioso. È un ristorante due stelle Michelin che ti darà un saggio di piatti da gourmet creati da un famoso chef.

Spesso citati nelle recensioni

Valutazione della Guida Michelinyt

Due stelle MICHELIN: cucina eccezionale. Merita una visita!
Standard molto buono. I nostri migliori indirizzi.

Un antico casale è la casa laboratorio dello chef "ingegneristico" Giuseppe Iannotti, alle prese con un unico, lungo, menù degustazione che arriva alla cieca. Un interessante percorso che mette al centro il gusto, con accostamenti coraggiosi unitamente a tecniche ed esperimenti interessanti, con lo scopo di divertire l’ospite...

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Servizi e caratteristiche

Cibo da asporto Carte di credito accettate Prenotazione Accessibile in sedia a rotelle Parcheggio Wi-Fi
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Recensioni dei visitatori su Krèsios

262
Alessandro P

3 mesi fa su Google

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Ci sono stato più di un anno fa e non l'ho trovato eccezionale. Grande spinta verso la ricercatezza (in qualche modo bisogna giustificare il prezzo) secondo me a tratti eccessiva. Ho trovato poi sgradevole l'insistenza nel proporci il menù degustazione dei vini (avevamo scelto di prenderne uno e dividerlo) nonostante sia stato fatto più volte presente che uno dei due doveva guidare: certe cose andrebbero prese sul serio.
Natasha Skrobova

4 mesi fa su Google

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Ottimo! Ristorante con un gran carattere!
Angelica Pallotta

un anno fa su Google

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Kresios, sotto la visione creativa dello chef Giuseppe Iannotti, non è semplicemente un ristorante: è un’esperienza immersiva, un viaggio che sfuma i confini tra alta cucina e narrazione cinematografica. Il menu unico, “Mr. Brown”, richiama esplicitamente Le Iene di Quentin Tarantino, e come nel celebre film, anche qui nulla è lasciato al caso. Ogni piatto è un capitolo, ogni interazione un frame, e ogni dettaglio sembra volutamente progettato per confondere e affascinare il cliente. Proprio come in una scena tarantiniana, in cui dialoghi serrati e ambigui celano significati più profondi, il servizio alterna momenti di rigida formalità a improvvise incursioni di leggerezza e simpatia, creando un’atmosfera in cui è difficile capire dove finisca il gioco e inizi la realtà. Come Mr. White e Mr. Pink che discutono animatamente sui ruoli da interpretare, anche i camerieri sembrano muoversi tra le regole della grande ristorazione e un atteggiamento più rilassato, quasi provocatorio. Questa dualità contribuisce a mantenere alta la tensione narrativa della cena, in cui lo spettatore – pardon, il cliente – non sa mai esattamente cosa aspettarsi. Il percorso gastronomico si sviluppa in una serie di piatti tecnicamente impeccabili, sebbene non privi di spunti di riflessione. Tra gli antipasti, il pollo croccante con patate emerge come un piatto che, pur nella sua semplicità, riesce a sorprendere per l’equilibrio perfetto tra consistenze e sapori. Similmente, il “Raffaello” di foie gras è un piccolo capolavoro di eleganza, che racchiude in un boccone tutto il lusso e la raffinatezza della cucina di Iannotti. Tuttavia, non tutti i piatti risultano perfettamente riusciti. Il tagliolino di zucchine sembra quasi fuori luogo, come una scena che non si incastra perfettamente nel ritmo del film. Il sapore piatto e la consistenza poco invitante la rendono un elemento dissonante rispetto alla maestria generale del menu. I primi piatti, invece, offrono momenti memorabili. La pastina con il formaggino, pur rievocando un piatto infantile e rassicurante, è interpretata con una tale precisione tecnica da lasciare il segno, mentre lo spaghetto allo scoglio è un’esplosione di sapori marini, intenso e avvolgente, come un climax narrativo inaspettato. I secondi piatti, seppur gustosi, presentano qualche eccesso. Alcune preparazioni risultano un po’ troppo grasse, quasi come se la scena si fosse dilatata troppo, perdendo in parte quella tensione necessaria per mantenere viva l’attenzione del pubblico. Anche le temperature di servizio non sono sempre state impeccabili, un dettaglio che, come un montaggio impreciso, può distrarre dall’esperienza complessiva. Il dolce alla violetta, infine, è una chiusura che può dividere. Se da un lato si apprezza l’audacia della scelta, dall’altro il sapore evoca sensazioni nostalgiche non sempre piacevoli, un ricordo d’infanzia che potrebbe non incontrare il gusto di tutti. Tuttavia, è impossibile non riconoscere la perfezione delle sue consistenze, eccezionali e quasi epiche, che elevano questo dessert a un livello tecnico altissimo. Un po' come i film di Tarantino: audaci, spiazzanti, capaci di stupire, ma non per tutti i palati. La piccola pasticceria, con la sua presentazione giocosa, strizza l’occhio a quell’ironia che pervade tutta l’esperienza da Kresios. Sebbene non memorabile a livello di gusto, riesce a strappare un sorriso, chiudendo il pasto con una nota leggera e divertente. In definitiva, cenare da Kresios è un’esperienza che sfida le aspettative, in cui la tensione tra forma e sostanza è costante, e dove si è consapevoli di essere parte di un gioco più grande. Chef Iannotti riesce a orchestrare il tutto con maestria, trasformando la cena in un vero e proprio atto narrativo. Forse non tutto è perfetto, e alcuni momenti sembrano volutamente fuori registro, ma questo fa parte del fascino di un ristorante che non si accontenta di seguire le regole, ma preferisce scriverne di proprie
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