Un rifugio gastronomico -
Tutti lo chiamano Il Miglio Verde, ma è solo il nome d’arte e non lo troverete sull’insegna. Qui servono pasti veloci e molto economici. Per un pranzo completo, un bicchiere di vino e un caffé si sfiorano i 15 euro. Ma la particolarità di questo meritevole localino è di durare a proporre, tra i suoi pochi piatti cucinati alla casalinga, almeno un paio di specialità della tradizione locale. Come la chitarra alla teramana, con le pallottine di carne e sugo di pomodoro. O le mazzarelle, involtini di interiora di agnello in foglia di lattuga. Per il primo di maggio, e poco più in là, arrivano a preparare le "virtù” – piatto antico, meno che stagionale e imperdibile a base di legumi, verdure, odori e carni.
Il locale, dovendo rinunciare alla veranda esterna, si è allargato tra le mura. Il servizio è più attento e il salto di qualità merita di essere sostenuto. I clienti sono per lo più frequentatori abituali e ai nuovi tavoli – sempre mai troppi – non si deve più coabitare.
Tutti lo chiamano Il Miglio Verde, ma è solo il nome d’arte e non lo troverete sull’insegna. Qui servono pasti veloci e molto economici. Per un pranzo completo, un bicchiere di vino e un caffé si sfiorano i 15 euro. Ma la particolarità di questo meritevole localino è di durare a proporre, tra i suoi pochi piatti cucinati alla casalinga, almeno un paio di specialità della tradizione locale. Come la chitarra alla teramana, con le pallottine di carne e sugo di pomodoro. O le mazzarelle, involtini di interiora di agnello in foglia di lattuga. Per il primo di maggio, e poco più in là, arrivano a preparare le "virtù” – piatto antico, meno che stagionale e imperdibile a base di legumi, verdure, odori e carni.
Il locale, dovendo rinunciare alla veranda esterna, si è allargato tra le mura. Il servizio è più attento e il salto di qualità merita di essere sostenuto. I clienti sono per lo più frequentatori abituali e ai nuovi tavoli – sempre mai troppi – non si deve più coabitare.