Drink Pizza E Food 084

Dopo una giornata lavorativa mi trovo a dover dare delle spiegazioni che non mi sarei mai di aspettato dover dare. Cerco di accontentare qualsiasi richiesta, di qualsiasi cliente, senza differenze di “abitualità” né, tanto meno, genere e nazionalità. Nella serata di oggi si presenta un tavolo che faccio accomodare, presentando le liste, con varie alternative tra la pizzeria e la cucina. Al momento dell’ordine prende l’incarico la mia collega di sala, a cui viene fatta la richiesta di un piatto non presente tra le nostre proposte di cucina, sollecitando le tempistiche poiché, da lì a poco, avrebbero dovuto prendere il treno. ( il piatto in questione era un risotto alla milanese, non presente, appunto, tra le nostre proposte, con una preparazione circa di 30/40 minuti, tempistiche proibitive per esaudire la loro richiesta, oltre a non avere gli ingredienti in casa per poter realizzarla). Ordinano comunque tre primi ed un secondo presenti in lista. Una volta presentata l’acqua richiesta viene fatta cambiare con un’altra temperatura ambiente che, probabilmente, per un errore nostro è stata portata da frigo. Prendo l’acqua sostituiva dal magazzino. Data loro, dopo essermi allontanato, sento nuovamente delle lamentale. Tra cui “in questo posto non c’è il cibo” “in questo posto non c’è nemmeno l’acqua” “avete sputato nell’acqua”. Accuse abbastanza pesanti, sopratutto se fatte a voce alta davanti agli sguardi attoniti dei clienti presenti. Ecco, credo che la favola del “cliente ha sempre ragione” raggiunga un limite, poiché non vedo a quale scopo io abbia dovuto sputare nella loro acqua. Rispondendo alle loro accuse le persone in questione si alzano sbraitando, accusandomi a loro volta di razzismo e di maleducazione, per aver detto loro che, se la bottiglia fa parte di un set che compone cassette scoperte, scaricate dai rappresentanti in magazzino è, di conseguenza, normale che presenti qualche piccolo graffio. Rispondo anche alla teoria del fatto che avessi sputato dentro, poiché il tappo non era abbastanza chiuso, dicendo che le bottiglie non le chiudiamo con il lucchetto. Maledetta sia stata la mia ironia. Avessero chiesto altre decine di acque con educazione, Senza puntare il dito a priori, ne avremmo portate altrettante. Si alzano definendo il nostro locale una “emme”. La signora in questione preleva il suo cellulare da uno spazio privato (si può?) in cui era stato messo a caricare sotto sua richiesta. Giusto perché siamo sporchi, brutti e cattivi. Urlando, ripeto, tra gli sguardi dei restanti clienti che ringrazio per la solidarietà ricevuta in seguito. Non so, filmandomi in faccia senza il mio consenso, cosa volesse rappresentare e, sopratutto, non so questo contenuto quale sua tesi possa confermare. Sono stato accusato di razzismo, nonostante io in primis sia migrante . Sono stato minacciato “Ti Rovino!” per aver risposto a tono ad accuse, ripeto, infondate e espresse in malo modo dinnanzi a secondi consumatori presenti in loco. Sono stato filmato, senza il mio consenso, in faccia. Capirò se è lecito o meno poterlo fare, contestando presso gli organi competenti la violazione della mia privacy.